Vulvo-vaginiti micotiche, cosa sono?
Vulvo-vaginiti micotiche, cosa sono?
Le vulvo-vaginiti micotiche sono infezioni fungine causate solitamente dalla Candida Albicans, ma talvolta anche da altre specie di funghi (Glabrata, Krusei, Tropicalis).
Parliamo di Candida
La Candida fa parte della normale flora microbica ed è normalmente presente sulla pelle e nella bocca, oltre che nell’apparato digerente e nella vagina.
La sola presenza di Candida (per esempio in un referto del Pap test) non deve essere trattata farmacologicamente. Quando invece sono presenti i tipici sintomi, tipo il prurito, il bruciore, perdite biancastre dense, non maleodoranti, talora con aspetto “a ricotta” o comunque abbondanti, specie se accompagnate da fastidio o dolore durante i rapporti sessuali o nell’urinare, allora occorre istituire un trattamento antimicotico con farmaci efficaci e di solito anche ben tollerati.
Nessuno di questi sintomi però è specifico per una vulvo-vaginite da Candida; pertanto, la diagnosi deve essere sempre fatta da un medico.
La vulvo-vaginite da Candida può essere classificata in due categorie:
1) Forma non complicata
2) Forma complicata
La prima viene così definita quando è sporadica o infrequente, si presenta in forma lieve o moderata, è sostenuta appunto dalla specie “Albicans” e non dalle altre specie, e si verifica in donne non immunodepresse.
La Candidiasi vulvo-vaginale complicata è così definita quando è ricorrente (cioè ci sono 3 o più episodi in un anno), oppure quando si presenta in forma severa, oppure quando è sostenuta da specie di Candida “Non-Albicans”, oppure infine quando si verifica in donne immunodepresse. Circa il 10-20% delle donne avranno una forma di Candida complicata, che richiede considerazioni diagnostiche e terapeutiche specifiche.
La Candida non viene di solito acquisita tramite i rapporti sessuali. Si trasmette da individui infetti, da portatori abituali o attraverso l’inquinamento di bagni, biancheria o asciugamani. Esistono persone particolarmente predisposte, ma anche condizioni favorenti (per esempio la gravidanza, la pillola anticoncezionale, la presenza della spirale, le terapie antibiotiche o cortisoniche, il diabete, l’immunodepressione).
La cronicizzazione di una forma micotica può portare a fenomeni di sensibilizzazione anche gravi, fino ai casi più impegnativi di “vulvodinia” (cioè dolore vulvare in assenza di altre cause).
Come sopra riportato, in assenza di segni o sintomi, l’identificazione di Candida in coltura o nel Pap test non ne giustifica il trattamento (il 10-20% delle donne alberga normalmente miceti in vagina).
Quando invece si decide di effettuare un trattamento, si possono scegliere terapie per via vaginale oppure per via orale. Il partner sessuale deve essere trattato solo se sintomatico (solitamente può presentarsi con aree rosse sul glande, con prurito o irritazione) o in caso di ricorrenza, ma anche nelle forme Non-Albicans.
La Candida in gravidanza a termine, invece, va trattata anche in assenza di sintomi.
Una paziente trattata per Candidosi non necessita di essere rivalutata dopo il trattamento.
Le lavande acide, spesso consigliate nelle donne al fine di mantenere giustamente il pH acido della vagina, in caso di Candida non sono necessarie in quanto il pH vaginale nelle infezioni da Candida è già acido (intorno a 4,5), cioè non differisce dal pH fisiologico, contrariamente a quanto si verifica nelle infezioni batteriche.
Un aspetto molto importante e sovente troppo trascurato riguarda invece la prevenzione delle Candidosi vulvo-vaginali, specialmente nelle donne che sono suscettibili a questo tipo di infezione.
- evitare manovre igieniche eccessive e ripetute
- contatti irritanti (es. prodotti profumati, per via di un’ipersensibilità locale)
- irrigazioni vaginali
- prodotti con allergeni
- biancheria sintetica aderente (per aumento della temperatura locale e dell’umidità)
- saponi e detergenti (specie se a pH acido)
- regolarizzare l’intestino, evitando la stitichezza